Museo della Ceramica della Tuscia
Palazzo Brugiotti | Via Cavour 67
orari da giovedì a domenica e il 1° maggio
10-13/15,30-18,30
Indirizzo: Corso Francia 80
Torino
Telefono: 329.9127916
E-Mail: barbaraebbli@malaika.biz
Facebook: https://www.facebook.com/malaika.barbaraebbli
Sito Web: www.malaika.biz
Abbigliamento su misura
Barbara Ebbli ha fondato il brand Malaika nel 2019 a Torino, città dove è arrivata dopo un alternarsi di emozioni, esperienze, viaggi e avventure per più di 20 anni.
Malaika è un nome femminile proprio della Costa D’Avorio, la terra nativa dell’imprenditrice, e in Swahili significa bellezza, gentilezza, gioventù, coraggio e forza. In inglese, invece, “angel”.
L’idea è nata su una spiaggia del Mare Adriatico. Barbara Ebbli è stata attratta da una conchiglia che aveva una forma particolare e per lei simbolica e ha subito pensato che avrebbe potuto unire arte, tradizioni e sensazioni dei Paesi nei quali aveva vissuto per creare un gioiello-accessorio totalmente innovativo, versatile e multiuso.
“Madre Natura sa come rendere unica e irrepetibile ogni particella del creato”, dice Barbara Ebbli. Malaika nasce dal mare e dalla terra e in Italia mani sapienti creano una montatura di sostegno, affinché il gioiello che ne esce possa essere portato e toccato senza per questo scalfirlo, dando valore alla qualità
Allo stesso modo, i pezzi di sartoria Malaika dipinti a mano dall’artista Sarah Bowyer sono un connubio di arte e design, che utilizza tessuti Upcycling dell’archivio di Barbara Ebbli (dagli anni ‘60 ad oggi) per un prodotto di alta qualità, tutto made-in-Italy. Il design è classico e al contempo originale, per raccontare la bellezza attraverso la diversità, lo scambio e la connessione tra persone e luoghi che hanno formato l’imprenditrice.
Malaika è un brand sostenibile e slow.
“La mia vita in sei parole: Africa, Indonesia, Usa, Europa and more…. Cittadina del mondo, nata e cresciuta in Costa D’Avorio, fino a quando, nel 1984, la mia famiglia decise di trasferirsi in Indonesia dopo 16 lunghi anni d’Africa. Ricordo che per me lasciare la mia terra madre fu un’esperienza molto traumatica; il mio spirito così sensibile ma allo stesso tempo forte e tenace si sentì travolto da un’onda potente come quelle dell’oceano Atlantico che conoscevo fin da neonata; un’onda profondamente dolorosa a livello fisico e mentale ma allo stesso tempo ricca di curiosità e di voglia di scoprire quello che sarebbe poi diventato il mio secondo continente: l’Indonesia.
Imparai velocemente ad innamorarmi di questo arcipelago anch’esso pervaso di colori, sapori, profumi e risorse intensi, che malgrado la sua semplice apparenza, la sua magia, continua tutt’oggi a rendersi intrigante. L’Indonesia è riuscita, attraverso il suo fascino misterioso e il suo volto nascosto e imponente, a trasmettermi simboli di purezza e salvezza, così come di freschezza e ricchezza; un continente in grado di far scoprire le sue innumerevoli bellezze e i suoi miti solo a coloro che sanno amarla, capirla ed apprezzarla veramente.
Dopo la mia adolescenza, mi trasferii a Providence (RI/USA) nel 1993, alla Rhode Island School of Design (RISD) https://www.risd.edu/ per i miei studi in Apparel Design. Laureata nel 1997, iniziai così il mio percorso professionale a New York e poco dopo in giro per il mondo tra Sud-Est Asiatico, India, Mauritius ed Europa. Gli Stati Uniti sono diventati di fatto il mio terzo continente, poiché mi hanno insegnato che la pratica vale molto di più della teoria, e che perseverare è un must, proprio come il loro motto nazionale “E pluribus unum”: dai molti, uno. Si giunge all’unità attraverso l’unione di popoli, forze e sentimenti.
Arrivata a poco più di 18 anni, sola, con la famiglia dall’altra parte del mondo, ho capito molto presto che l’arte di diventare adulti richiede coraggio, impegno e responsabilità con sé stessi e con gli altri.
Mi ritrovai più tardi per lavoro in Italia, dove mi fermai (pur essendo di passaggio) proprio ad Alba”.
Nel 2019, a Torino, dalla passione sfrenata di Barbara Ebbli per l’abilità e la manualità artigianale Italiana, per il Made-in-Italy, nasce Malaika.
Opera in concorso.
La Chandelle Verte una conchiglia fuso a coda lunga, raccolta nel 1984 sulle spiagge dell’Oceano Indiano e oggi parte dell’opera mosaicale La Grande Gidouille, dell’artigiano Maurizio Berti. Per la realizzazione dell’opera sono stati impiegati 37 elementi che, uniti insieme, formano una gabbia adatta a contenere la conchiglia. All’apice di Chandelle Verte un cono in argento integrato ad una corolla di zirconi bianchi con diamentro 1,8 mm. Alla base, una goccia in malachite di provenienza africana. Chandelle Verte è un gioiello indossabile, ma è anche provvista di un supporto che la ancora al telaio dell’opera mosaicale, di cui è parte, e che ne permette il movimento circolare e pendolare. Il metallo impiegato è argento titolo di bontà 925 millesimi, riciclato.
Opera non in concorso
DesHabitar e Malaika
Il progetto è frutto di una ricerca approfondita sul rapporto tra corpo ed apparenza, esplorato attraverso concetti come vulnerabilità e pregiudizio. DesHabitar è un’opera multidisciplinare che si snoda su due piani paralleli: un assolo di danza contemporanea – sperimentale e un suggestivo short film, per poter risaltare maggiormente la parte emotiva. Malaika è un capo di abbigliamento disegnato su misura per Elisa Rosso, simboleggiante una rinascita e la capacità di muoversi liberamente.
L’artista Sarah Bowyer, ha realizzato un’opera su computer del pezzo indossato da Elisa durante una performance di qualche minuto: https://www.facebook.com/share/r/siRHxhwQFgVEasF5/